FONTANA ELISABETTA


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Prof.Gianluigi Guarneri

Recensione



Tensioni plastiche si fanno viaggio ideativo e sublimano in emozioni materiche definendo il percorso figurativo di Elisabetta Fontana. Un fluire cosmico di raffinata bellezza contagia lo spazio attorno, lo piega alle inconsapevolezze del tempo , evocando spazi codificati ,dove l’antitesi vita – morte , amore –odio , buio – luce , gioia –sofferenza diventano i paradigmi di un nuovo divenire. Un viaggio vissuto nelle incertezze della materia , lamento lontano di elementi primordiali , raccontato e sotteso nelle vaporose luminescenze dell’interiorità. Cromie accese esaltano infinite metamorfosi tonali , sublimando ora in liquide

atmosfere , ora in aridi cretti di materia. Nei “giardini sospesi dell’anima” l’essenza pura e intatta della creatività rimodula gli infiniti frammenti di luce divenendo incandescente sensazione di incontaminata sensibilità . Si dirama sul substrato un’energia primordiale capace di imprimere nella materia una ritrovata solidità compositiva ,una ricercata idealità che diviene, nel fare artistico di Elisabetta Fontana , gioia esecutiva.

Tramite finissime frammentazioni plastiche l’artista ridefinisce nuove consistenze della materia , prima fluttuanti nel caos sensitivo dell’io , ora libere di aleggiare nella memoria rigeneratrice .Affiora dall’inconscio più remoto un messaggio di rinascita figurativa , sorgente di cristallina essenzialità che diviene turgida essenza , conservata gelosamente fra le dolci palpebre di una idilliaca armonia interiore. Coaguli materici emergono dal substrato modificando l’incidenza della luce radente per ridefinire l’effetto ottico dei volumi in ammassi plastici dalle affascinanti aggregazioni . Vaghi riflessi traslano in infinite sfumature di luce , assumendo nuove tonalità che dilatano lo spazio oltre il limite immaginabile .Un limite che viene evocato dall’artista nelle sottese atmosfere dei ricordi , nelle sofferte esperienze di vita , negli eventi inattesi e sfolgoranti dell’esistenza . Esperienze che sublimano sulla tela diventando energia plastica , fluido vitale , creatività eruttiva.Nella dimensione estrema di una rarefatta sospensione compositiva , preziose “gocce di luce” si fanno anime emergenti , mute testimoni dell’amore , ora presente, forte , inattaccabile , ora effimero , vago, lontano , evanescente . La rosea neutralità “dell’amore speculare, ” io e te”, si perde nell’irrevocabile “vertigine dei sensi” , nel tramonto di un “Eden “perduto nell’oblio. Raccontare l’amore , l’ immancabile sofferenza , la solitudine ,il distacco trova nell’artista la voce più autentica , che assume le sembianze di una raffinata vestale , intima custode delle “stanze dell’anima”. In questi scrigni inaccessibili , arde la fiamma della pura interiorità che dirama attorno a sé perpetue faville di luce . Tramite un moto vorticoso , dinamico , irrefrenabile , lacrime scintillanti evocano lontane idealità femminili, sottese nella silente atmosfera di un effimero istante. Una realtà sospesa che contrae attorno a sé lo spazio tempo per poi , improvvisamente dilatarsi , esplodere nelle cromie dirompenti , magmatiche , incandescenti della materia . Materia che diviene profonda ricerca di assoluto , di indomita sperimentazione , di continuità ideativa.

Fuggendo da una mimesi spazio-temporale, le opere di Elisabetta Fontana esprimono un fascino misterioso che divampa ed irrompe sul substrato in modo drammatico , al di là del limite dell’inquieta ombra dell’imponderabile.

Una seduzione cosmica si diffonde sulla tela, si espande come un dolcissimo profumo femminile per divenire essenza divina , linfa vitale , vibratile presenza , fluttuante in un inedito “Apeiron” figurativo .



Prof.Arch .Gianluigi Guarneri













Forme archetipe trascendono il substrato donandoci totalmente le profondità
esecutrive di Elisabett Fontana.
Magmatici crepti di materia evocano misteriose presenze antropomorfe
delle quali si è persa un'effettiva memoria.
La materia sfaldandosi nelle corrugate pieghe lineari, si dilata,
modificando le rosse cromie dell'origine in un compatto strato carbonizzato.
Una silente atmosfera è sfiorata da una sottile breza che ferma nell'attimo
infinitesimo l'irrefrenabile scorrere del tempo.



Novembre 2009

Prof. Gianluigi Guarneri
(critico d'arte)


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